lunedì 12 ottobre 2009

Provincia, Colia: cosa fa l’ente per i fondi Fas

Ha per oggetto lo smobilizzo e il trasferimento urgente dei fondi FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate) la richiesta di ordine del giorno del consigliere provinciale dell’IdV, Massimo Colia, presentata ieri. «E’ un dato di fatto che la nostra regione e la nostra provincia – riferisce Colia - abbiano condizioni economico-strutturali deficitarie rispetto ad altre aree del Paese. E colmare tale deficit nell’interesse del territorio è un’esigenza improcrastinabile aldilà degli interessi particolaristici di partito. Eppure ben tremiliardi e centomilioni di euro dei Fondi per le Aree Sottoutilizzate immediatamente cantierabili per la Regione Puglia sono al momento bloccati». «Pertanto, mi sento in dovere di intervenire sulla questione chiedendo al Presidente della Provincia d’impe - gnarsi formalmente per porre in essere tutte le iniziative necessarie presso la Presidenza del Senato, la Presidenza della Camera dei Deputati, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dello Sviluppo Economico per sollecitare lo smobilizzo ed il trasferimento urgente alla nostra regione delle somme dei fondi FAS, indispensabili per l’economia reale di Puglia e Capitanata e in grado di colmare in parte il deficit infrastrutturale in cui versa il nostro territorio. E’ necessario, proprio in questo periodo di crisi, attivare infine quelle opere in grado di dare respiro all’economia, alimentando tutto l’in - dotto e incrementando i livelli occupazionali», aggiunge Colia.

"Piano Regionale delle Coste" Colia sollecita la Provincia


Quali attività ha svolto la Provincia di Foggia in relazione al Piano Regionale delle Coste? Quali osservazioni e quali proposte integrative farà pervenire alla Regione Puglia? Infine, quali iniziative intende avviare a favore di quelle attività turistico-balneari che dall’applicazione del PRC subiranno un danno economico? Sono questi gli interrogativi che Massimo Colia, consigliere provinciale IdV, pone al Presidente della Giunta e all’Assessore competente, con una sua nota, a risposta scritta, presentata lo scorso 29 settembre. “La stagione estiva sta ormai volgendo al termine ed è tempo di bilanci, che non vanno fatti però solo in termini di presenza turistica sulle nostre meravigliose spiagge del Gargano, ma anche in termini di impegno per noi politici nel salvaguardare allo stesso tempo e allo stesso modo il patrimonio naturalistico-ambientale dauno e l’attività economica turistico-balneare ad esso collegato”, riferisce il capogruppo IdV a Palazzo Dogana. “La mia interrogazione nasce dal fatto che, con il DGR n.1392 del 28 luglio 2009, la Regione Puglia ha adottato il Piano Regionale delle Coste; pertanto, entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso sul B.U.R.P. la Provincia dovrebbe esprimersi in merito, valutandone i contenuti ed eventualmente presentando osservazioni alla luce di nuovi elementi conoscitivi. Il PRC è un importante strumento di monitoraggio e pianificazione di Area Vasta, che studia i circa mille chilometri di costa pugliese con particolare riferimento alla tutela della costa e ai fenomeni di erosione ad essa legati e che allo stesso tempo definisce le modalità attraverso cui conciliare la domanda turistica e la valorizzazione del nostro patrimonio con gli interessi economici che da essa si ricavano. Conciliazione quanto mai urgente e necessaria”, conclude Colia.

mercoledì 30 settembre 2009

Buone notizie per il Ponte Palino


Buone notizie per il Ponte Romano, in località Palino, a Sant’Agata di Puglia. In una lettera, datata 1 settembre, indirizzata al Consigliere Provinciale Massimo Colia, la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia risponde alla richiesta del consigliere provinciale IdV di misure urgenti atte a scongiurare il crollo totale del Ponte, dichiarando di “poter valutare la possibilità di effettuare un primo intervento di somma urgenza”. “Sono davvero soddisfatto per questo ulteriore positivo riscontro. Il mio impegno per il Ponte – dichiara il capogruppo IdV a Palazzo Dogana – fatto di interviste ad emittenti locali, costituzione di un gruppo di sostegno su facebook, articoli su giornali, supporto alle varie iniziative dell’associazione “Santagatesi nel mondo” e soprattutto la mia lettera a Deputati e Senatori della provincia di Foggia, aveva già avuto l’effetto di sollecitare un’interrogazione parlamentare dell’on.Michele Bordo e una nota del Capo della segreteria del Ministro dei Beni Culturali, pervenutami tramite l’on.Angelo Cera. Dopo mesi di attesa (la mia lettera era datata 25 febbraio), arriva finalmente questa risposta dalla Direzione Regionale di Bari, in cui si dichiara altresì di voler “concordare da parte della Soprintendenza un tipo di intervento congiunto con le amministrazioni locali, le quali potrebbero farsi carico di valorizzare il bene, garantirne l’uso e l’interesse turistico al fine di scongiurare lo stato di oblio in cui attualmente ricade, evitando così, anche dopo gli interventi di restauro o di sola messa in sicurezza, il letale abbandono”. A questo punto sarà importante il ruolo della Provincia, in quanto solo ed esclusivamente un lavoro sinergico tra i vari enti coinvolti ed un serio lavoro di coordinamento e raccordo tra questi possono sortire effetti positivi. Ed il Ponte Palino, per la sua unicità, non può e non deve essere tutelato e valorizzato solo dal Comune di Santagata di Puglia, nel cui agro sorge, ma, essendo la sua presenza un vanto per l’intera Capitanata, la sua tutela e la sua valorizzazione devono essere un preciso e puntuale impegno della Provincia”.

venerdì 4 settembre 2009

Immigrati: a Stornarella per l' IdV la situazione è "esplosiva"


Sull’articolo della GdM del 26 u.s, relativo alla situazione degli immigrati a Stornarella interviene il Consigliere Provinciale Massimo Colia. “Sono sconcertato dalle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Vito Monaco”, chiosa l’esponente provinciale del partito di Di Pietro. “Se il nostro primo cittadino dice che non sa ancora come andrà a finire c’è da chiedersi se stia aspettando che accada qualcosa di grave per intervenire. La sua riconferma a sindaco se da una parte potrebbe significare una rinnovata fiducia dei cittadini nei suoi confronti, dall’altra implica una sua precisa assunzione di responsabilità. L’articolo della gazzetta ben fotografa la realtà esplosiva in cui viviamo e, data la portata del problema, non si può pensare di risolvere la questione con un semplice incontro col Prefetto. Non è ammissibile da parte di un primo cittadino un atteggiamento di rinuncia a voler prendere in mano la situazione ed un conseguente atteggiamento da disfatta, benché il Decreto Maroni dell’agosto del 2008 abbia conferito più poteri ai Sindaci. Non mi risulta, infatti, che ad oggi sia stata presa una qualsivoglia iniziativa da parte sua, nonostante le sollecitazioni della minoranza in questa direzione e, in particolare, l’approvazione di un ordine del giorno (presentato dalla minoranza, su iniziativa dell’IdV) in cui si chiedeva l’impegno del Sindaco ad adottare ogni utile provvedimento a tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana. Sembra sia stato istituita una Commissione, peraltro richiesta già da tempo dalla minoranza, ma finora è solo una notizia appresa dai giornali. Nulla di concreto. Non è questione di accoglienza o di integrazione, perché la comunità stornarellese è tradizionalmente ospitale verso coloro che vivono nel rispetto delle nostre regole e delle nostre leggi, ma non è obiettivamente in grado di ricevere con i suoi 5mila abitanti altri 3500 perlopiù in condizioni di irregolarità , degrado e precarietà dal punto di vista igienico-sanitario. La tensione sociale è altissima in paese e la situazione rischia di precipitare da un momento all’altro. Eppure, il motto dell’attuale Amministrazione, durante la campagna elettorale, era ”Tolleranza zero”, ma evidentemente lo zero è riferito solo a ciò che si sta facendo per affrontare la questione”.

giovedì 6 agosto 2009

ITALIA DEI VALORI IL CAPOGRUPPO MASSIMO COLIA


«Non siamo contro le rinnovabili, però...»

• Se non è una risposta «ufficiale» è certamente una replica indiretta quella dell’assessore alle politiche energetiche della Provincia di Foggia, Pazienza, al problema sollevato solo ieri dal capogruppo dell’Italia dei valori al Consiglio provinciale di Foggia, Massimo Colia, che aveva appunto chiesto all’ente di riferire sullo stato dell’arte a proposito di energia ed in particolare «alla possibile realizzazione sul territorio provinciale di centrali di produzione elettrica da fonti rinnovabili, da biomasse o a turbogas». «Se tali voci fossero fondate, il numero impressionante di progetti che si verrebbero a realizzare rischierebbe di compromettere irrimediabilmente la vivibilità e l’intero sistema economico della Capitanata. La mia preoccupazione è supportata dal fatto che la Provincia di Foggia è ancora priva del Piano Energetico Provinciale (quello che Pazienza vuole ora portare in aula a partire da settembre, ndr), strumento indispensabile per programmare nel medio-lungo periodo gli interventi da realizzare per la gestione della domanda e la pianificazione dell'offerta di energia sul territorio provinciale», ha ricordato il consigliere provinciale dell’Idv che ha precisato come la sua richiesta «non intende assolutamente mettere in discussione la validità e la necessità di sviluppare fonti energetiche alternative» ma capire solo se «effettivamente la Capitanata è in grado di sostenere in termini di pale, pannelli, centrali e quant’altro, salvaguardando allo stesso tempo la nostra salute, i nostri prodotti agricoli e il nostro patrimonio naturale».

Eolico, biomasse, fotovolaico pronte le proposte operative del nuovo piano energetico

A settembre la discussione in Consiglio provinciale


• «La costruzione di una visione organica delle politiche energetiche in provincia di Foggia assume una strategicità fondamentale alla luce delle importanti evoluzioni che stanno interessando questo settore. Per oltre dieci anni la Capitanata ha scontato un deficit di programmazione e di pianificazione che l’Amministrazione provinciale è pronta oggi a colmare, in uno spirito di collaborazione e di dialogo con il territorio». Così Pasquale Pazienza, assessore provinciale alle Risorse Energetiche, annuncia l’avvio della fase finale del percorso che porterà, a settembre, alla definizione dei parametri su cui impostare lo sviluppo del Piano Energetico Prov i n c i a l e. «Alla ripresa dell’attività amministrativa – spiega l’assessore Pazienza – sa - remo pronti a concludere il lungo iter che in questi mesi ci ha visti impegnati, nell’ambito di alcuni forum, in un’azione di dialogo e di ascolto con le Amministrazioni comunali e con i diversi attori che operano in questo campo. Concluderemo questo percorso sottoponendo all’attenzione del Consiglio provinciale la proposta che la massima assise di Palazzo Dogana sarà chiamata a discutere. Abbiamo effettuato fino ad ora una attenta ricognizione dell’esistente, stabilendo così il contesto di riferimento propedeutico all’elaborazione del Piano». In un corposo documento, redatto con l’importante contributo di Nomisma Energia, Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, CNR e Università degli Studi di Foggia si sono tracciate le linee guida in materia di Fonti Energetiche Rinnovabili. Tre gli assi sui quali si è sviluppata la riflessione guidata e coordinata dall’assessorato alle Risorse Energetiche: eolico, fotovoltaico e produzione energetica da biomasse. «In questi ambiti – spiega l’assessore – la provincia di Foggia ha rappresentato e può continuare a rappresentare uno straordinario catalizzatore di investimenti nazionali ed internazionali. L’attitudine territoriale a queste tipologie di produzione energetica nel corso degli anni ha visto moltiplicarsi le richieste autorizzative e di insediamento. Occorre, tuttavia, mettere in campo una vision che consenta da un lato di stabilire un quadro organico in riferimento alle procedure di autorizzazione e dall’altro di realizzare un discrimine netto tra le iniziative con una reale consistenza e radicamento territoriale, capaci di promuovere l’economia salvaguardando le risorse ambientali, e quelle di corto respiro e a forte carattere speculativo». L’analisi condotta dall’assessorato provinciale alle Risorse Energetiche ha infatti evidenziato, per ciò che riguarda la produzione di energia elettrica da eolico, che in Capitanata questa eccede del 60 per cento i consumi complessivi della provincia. «Il nostro territorio – sotto - linea Pazienza – ospita la più alta percentuale italiana di impianti installati. È questo solo un esempio della necessità di abbandonare il clima di deregulation che da decenni impera nel settore energetico, cresciuto in modo troppo rapido e tumultuoso. Servono linee di indirizzo chiare, strettamente connesse al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale unico strumento effettivo per una moderna governance territoriale». Da questo punto di vista, sia pure nell’attesa della determinazione del Piano Energetico Provinciale, l’Ammini - strazione di Palazzo Dogana ha formulato alcuni spunti inerenti l’orientamen - to delle scelte strategiche da operare in ciascun segmento della produzione energetica. Sul fronte dell’eolico va sviluppato un nuovo modello gestionale tra investitori e territorio, in grado di mettere i comuni e le loro comunità nelle condizioni di intercettare maggiori quote di valore aggiunto. Un obiettivo raggiungibile soprattutto attraverso programmi di promozione di una nuova cultura dell’imprenditorialità locale e di formazione di figure tecniche, operative e manageriali. Particolare attenzione va rivolta poi alla realizzazione di impianti eolici off-shore, che nel prossimo decennio diverrà la frontiera di sviluppo dell’eolico e che avrà nel Mediterraneo un indubbio protagonista, anche in ragione dell’esistenza di ampi tratti con bassi fondali. Diverso, invece, il discorso per la produzione di energia da fonte fotovoltaica, campo nel quale gli insediamenti devono limitare il più possibile l’uso di terreni agricoli. La stessa installazione di centrali fotovoltaiche di ‘grande taglia’ sarà vista positivamente solo nel caso in cui esse interessino aree soggette ad interventi di bonifica e recupero (come ad esempio cave dismesse) oppure aree marginali e non produttive del territorio. Le biomasse, settore nel quale si è concentrato il dibattito politico ed economico nel recente passato, appaiono oggi come la sfera che meglio di ogni altra può coniugarsi ed integrarsi con la pratica dell’attività agricola. Una potenzialità che, salvo rari casi, in questi decenni è stata sostanzialmente inespressa. Sotto questo profilo bisogna favorire un nuovo e maggiore protagonismo delle categorie imprenditoriali agricole, così come avviene in altre realtà italiane ed europee, soprattutto nella prospettiva di un efficiente impiego delle risorse messe a disposizione con il Programma di Sviluppo Rurale della programmazione 2007-2013. Uno schema di produzione energetica, questo, utile anche a rafforzare la logica dello sviluppo della cosiddetta ‘filiera corta’ e di una piena multifunzionalità delle aziende agricole del territorio. Un percorso possibile mediante lo svolgimento di una opportuna riflessione sul piano delle dimensioni degli impianti di produzione energetica. Essa, infatti, deve orientarsi verso un modello di generazione distribuita. Tra i vantaggi di una corretta produzione di energia da biomasse orientata alla valorizzazione delle risorse territoriali, inoltre, spicca la possibilità di beneficiare di servizi agro-ecologici come l’azione antierosiva e protezione da fenomeni di dissesto idrogeologico; conservazione degli habitat e della biodiversità, specie quella legata agli ambienti agricoli; riordino forestale tramite piani di assestamento che garantiscano un giusto equilibrio fra impiego produttivo della risorsa legnosa e conservazione dei boschi; riequilibrio ecologico degli agrosistemi, limitazione dei rischi d’inqui - namento delle falde idriche; minore sfruttamento della fertilità dei suoli agricoli; diversificazione e miglioramento dei caratteri del paesaggio rurale. Il tutto con ricadute significative anche sul sistema economico ed occupazionale locale. Per ciò che riguarda gli impianti di generazione elettrica di notevole potenza che impiegano oli combustibili o materia prima ligno-cellulosica di importazione, invece, è evidente che essi assumono un profilo di insediamento industriale, che nulla ha a che vedere con le filiere agro-energetiche e con la valorizzazione economico-ambientale del territorio. La posizione dell’Amministrazione provinciale, dunque, è tutt’altro che favorevole a questo tipo di insediamenti. «Quello che abbiamo realizzato – con - clude l’assessore Pazienza – è uno studio che consente di avviarci alla definizione del Piano Energetico Provincia forti di una visione d’insieme che ci permette di disegnare una prospettiva di sviluppo armonica ed in linea con le vocazioni del territorio. Siamo certi che tanto il sistema delle istituzioni quanto quello imprenditoriale sapranno affiancarci nella costruzione di un quadro di regole certe che per troppi anni è mancato alla provincia di Foggia».

venerdì 31 luglio 2009

Pale,biomasse e...quant'altro ancora? Colia interroga la Provincia.


E’ stata presentata lo scorso 20 luglio dal consigliere provinciale Massimo Colia un’interrogazione urgente, a risposta scritta in aula, in merito alla possibile realizzazione sul territorio provinciale di centrali di produzione elettrica da fonti rinnovabili, da biomasse o a turbogas. “Ultimamente –riferisce Colia- è un gran parlare di progetti in tal senso. Se tali voci fossero fondate, il numero impressionante di progetti che si verrebbero a realizzare rischierebbe di compromettere irrimediabilmente la vivibilità e l’intero sistema economico della Capitanata. La mia preoccupazione è supportata dal fatto che la Provincia di Foggia è ancora priva del Piano Energetico Provinciale (PEP), strumento indispensabile per programmare nel medio-lungo periodo gli interventi da realizzare per la gestione della domanda e la pianificazione dell'offerta di energia sul territorio provinciale”. Pertanto, il capogruppo IdV ha interrogato il Presidente della Giunta e l’Assessore competente per conoscere quante sono effettivamente le richieste di autorizzazione presso la Provincia di Foggia, finalizzate alla costruzione di impianti di produzione elettrica di qualsiasi tipo; la potenza termica degli impianti e la tipologia degli stessi, per i quali sono state presentate le predette richieste di autorizzazione; l’elenco delle aziende proponenti; cosa intende fare l’Amministrazione, con particolare riferimento ai possibili rischi per il nostro territorio; se e quando si intende avviare l’iter di adozione del Piano Energetico Provinciale. “La mia richiesta non intende assolutamente mettere in discussione la validità e la necessità di sviluppare fonti energetiche alternative. Tuttavia, lo sviluppo sostenibile, inteso come capacità di soddisfare i bisogni della comunità senza privare le generazioni future delle risorse fondamentali per vivere, ci pone un interrogativo: quanto effettivamente la Capitanata è in grado di sostenere in termini di pale, pannelli, centrali e quant’altro, salvaguardando allo stesso tempo la nostra salute, i nostri prodotti agricoli e il nostro patrimonio naturale? E la risposta a questo mio interrogativo va data a me, ma soprattutto alle generazioni future (proprio secondo lo spirito del vertice ONU del 1992), perché in fondo questo mondo non è in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli”, conclude Colia.